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Chi è Wu Lien-teh, il medico malese che inventò la mascherina

Oggi non ne possiamo più fare a meno ogni volta che usciamo ed è diventata, volente o nolente, una compagna abitudinaria di tutti i giorni: la mascherina. Questo dispositivo di protezione individuale, utilizzato fino a poco tempo fa esclusivamente da medici, dottori, dentisti, infermieri ed altre persone che lavorano a stretto contatto con sostanze pericolose, oggi è diventato di uso comune.

Eppure le mascherine sono un’invenzione relativamente recente, infatti furono utilizzate per la prima volta nel 1911. Furono partorite dalla mente di Wu Lien-teh, un medico malese al quale Google ha anche dedicato un Doodle lo scorso 10 marzo. Il medico nacque proprio il 10 marzo 1879 e, poiché dobbiamo a lui l’invenzione di questo prezioso accessorio, è opportuno sapere qual è la sua storia e come inventò la mascherina.

La peste della Manciuria del 1911

Nel 1911 la Cina, ed in particolare la regione della Manciuria, fu flagellata da una gravissima epidemia, una peste polmonare, che in due anni uccise oltre 60.000 persone. La notizia ben presto fece il giro del mondo, anche perché fu colpita la città di Harbin, una centro vasto ed importante da un punto di vista agricolo ed anche commerciale. Qui si snodavano alcuni dei più importanti mercati di pelliccia e c’erano grandi comunità di giapponesi, europei ed americani impegnati nei commerci collegati alla ferrovia.

L’intervento di Wu Lien-teh

La pandemia era completamente fuori controllo ed il governo cinese decise di affidare le indagini ad un medico di grande fama: Wu Lien-teh. Il dottore studiò medicina all’Università di Cambridge, in Inghilterra, e nel 1908 fu nominato ad appena 29 anni vicedirettore della scuola militare di medicina dell’Impero Cinese. Due anni dopo fu spedito dal Ministero degli Esteri di Pechino in Manciuria per fare luce sulla misteriosa epidemia.

Come si scoprì in seguito si trattava di una peste polmonare, ma il medico non lo sapeva. Oltre un secolo fa infatti non esistevano le moderne strumentazioni tecnologiche di oggi. Tuttavia, dopo l’autopsia ad una donna, scoprì che la malattia si diffondeva per via aerea.

Progettò quindi delle apposite mascherine in cotone idrofilo, le prime mascherine chirurgiche della storia, che coprivano naso e bocca per ridurre il contagio del virus per via aerea. Mise in atto altre misure, riprese e utilizzate anche oggi per contrastare il virus da Covid-19: quarantena e sanificazione continua degli ambienti.

Nel 1935 fu anche candidato, primo malese nella storia, al premio Nobel per la Medicina. Morì a Penang il 21 gennaio 1960, lasciandoci in eredità questo prezioso accessorio utilissimo ancora oggi: la mascherina.

 Mascherine e protezione delle vie aeree: misure adottate anche nelle successive pandemie

Il mondo purtroppo è stato funestato nel corso della sua storia dalle pandemie. Dopo quella cinese nel 1911, se ne sono susseguite altre: la spagnola tra il 1918-1919 che causò quasi 100 milioni di morti; l’asiatica (1957-1958), che si diffuse rapidamente soprattutto tra le persone affette da malattie croniche; l’influenza Hong Kong, che si diffuse “a chiazze” in diverse zone del mondo.

Successivamente ce ne sono state ancora altre, come la SARS e l’influenza suina. È interessante notare che in tutte le pandemie la mascherina è stata una costante, grazie alle sue elevate capacità di proteggere adeguatamente le vie aeree da possibili contagi.

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